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22 Aprile – The Earth day 2020 la terra respira

Giornata Mondiale della Terra, istituita come giornata delle Nazioni Unite nel 2020 viene celebrata il 22 aprile. Da 50 anni a questa parte, essa rappresenta un appuntamento di riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta e, per il 2020, il tema individuato è l’azione per il clima. Nonostante la minaccia del virus che sta condizionando la nostra salute e la nostra libertà, l’azione sui cambiamenti climatici rimane la più urgente sfida per la sopravvivenza dell’intera umanità. La sua improrogabilità emerge dai dati sul surriscaldamento globale divulgati dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) delle Nazioni Unite, secondo cui le temperature raggiunte dall’aria superficiale nel 2019 sono le più elevate mai registrate.
Secondo lo studio del World Glacier Monitoring Service, inoltre, il 2019 è stato il 32° anno consecutivo in cui si è sciolto più ghiaccio di quanto se ne sia riformato ed i livelli del mare hanno raggiunto il loro massimo innalzamento da quando sono iniziate le registrazioni.
Le suddette rilevazioni suscitano il concreto timore sull’impossibilità di rispettare gli obiettivi delle Nazioni Unite fissati proprio nella giornata internazionale della Terra del 2016 in cui, nella sede di New York, venne aperto alla firma l’Accordo per combattere il riscaldamento globale raggiunto a Parigi nel dicembre del 2015.
Anche nella situazione in cui ci troviamo, in cui un virus minaccia la sopravvivenza di una consistente parte della popolazione e le nostre libertà, non bisogna distogliere l’attenzione dall’urgenza di frenare i cambiamenti climatici e azzerare le emissioni di gas serra il più presto possibile.

La vulnerabilità climatica costituisce la più grande sfida per il futuro e il benessere dell’umanità poiché rappresenta una minaccia all’abitabilità del pianeta, sia da un punto di vista biologico che sociale. Essa rischia di compromettere il nostro ecosistema vitale e le libertà umane, favorendo le discriminazioni tra i popoli e le disuguaglianze di genere.
Senza un radicale cambio di rotta, i cambiamenti climatici determineranno la perdita dei mezzi di sussistenza per le popolazioni più povere del mondo e le donne saranno le prime a farne le spese perché più povere, più esposte a malattie e dedite all’agricoltura.

Oggi la natura si sta riappropriando della propria terra, domani rientriamo in punta di piedi.