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#Stopmicrofibre, la campagna di Marevivo in difesa del mare

Plastica, mare, inquinamento. Design, responsabilità, innovazione. Dalle microplastiche alle microfibre. Non solo le bottiglie e le stoviglie di plastica, ma anche le fibre tessili hanno un ruolo preminente nell’inquinamento da plastica che soffoca il mare. Secondo i dati del CNR, in 60 anni la produzione di plastica è passata da 0,5 mln di tonnellate l’anno a 330 mln. Marevivo, che da tempo conduce un’instancabile battaglia in difesa del mare, ha coinvolto l’Accademia di Costume&Moda – una delle migliori scuole di moda del mondo, che è già diventata plastic free – nella campagna di sensibilizzazione #Stopmicrofibre.
Alcuni pensano che la plastica abbia invaso una zona delimitata, ma al contrario non c’è mare che ne sia privo, e non solo: tracce di plastica sono state trovate perfino nei ghiacciai montani.
La scelta di Marevivo non è stata casuale. L’Accademia di Costume&Moda prepara gli stilisti di domani, formare alla consapevolezza e all’impatto che il proprio lavoro può avere sull’ambiente è una responsabilità forte. Progettare con una visione sostenibile significa trovare nuove soluzioni per produrre materiali e oggetti belli, dal design elegante e ricercato, che strizzano l’occhio all’economia circolare e non danneggiano l’ambiente: un Made in Italy che ama e rispetta l’ambiente.
Raffaella Giugni, membro del comitato direttivo di Marevivo, ha dato un’idea in cifre che spiega la ragione di #Stopmicrofibre: un lavaggio in lavatrice di 5 kg di abiti sintetici rilascia dai 6 ai 17 milioni di particelle di microfibre inferiori a 5 mm che – inquinando il mare perché non trattenute dai sistemi di filtraggio – vengono ingerite dai pesci ed entrano nella catena alimentare. In parole povere, la plastica arriva anche sulle nostre tavole: Francesco Regoli, vice direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche ha denunciato la presenza di microplastiche – anche di origine tessile – nella maggior parte dei pesci analizzati. Non sono ancora disponibili dati sulla tossicità per l’uomo, ma certo mangiare plastica non sembrerebbe esattamente salutare.
Le aziende hanno capito che la sostenibilità è una chiave per entrare nelle preferenze dei consumatori, perché il mercato premia le azioni responsabili: non solo marketing, ma responsabilità sociale. Responsabilità che riguarda l’azienda (ad esempio in termini di visione strategica, di innovazione e di approccio etico), i suoi prodotti (materiali utilizzati, processi di lavorazione, packaging) e i suoi valori (tracciabilità, risparmio di acqua, energia e CO2).
È iniziata una «rivoluzione industriale che si gioca sull’economia circolare. Un’evoluzione che ci impone di modificare il modo in cui produciamo e consumiamo» ha detto Lupo Lanzara, vice presidente dell’Accademia di Costume&Moda. Si cerca di creare prodotti secondo valori che fino a poco tempo fa non c’erano: innovazione e design sono una caratteristica del Made in Italy, oggi il plus è la sostenibilità.