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Solar Fuel: l’energia solare trasformata in combustibile liquido

I ricercatori che operano nel campo dell’energetica sono da tempo impegnati a individuare tecnologie che possano aumentare l’efficienza, la continuità e le possibilità di stoccaggio. Questioni che, se risolte, permetterebbero alle fonti rinnovabili di diventare un’effettiva alternativa ai combustibili fossili. ’università di Trento, il Dutch Institute for Fundamental Energy Research (Differ), del Dipartimento di fisica applicata dell’università olandese per la tecnologia di Eindhoven e il Nanotec Cnr di Bari  hanno avviato una collaborazione scientifica  per «Lo sviluppo di tecniche per un migliore utilizzo delle fonti rinnovabili e per produrre solar fuel da anidride carbonica» e il 30 marzo UniTrento organizzerà un incontro  al Polo scientifico e tecnologico Fabio Ferrari di Povo con il direttore del Differ, Richard van de Sanden, sulle prospettive del settore.

Paolo Tosi, professore di Fisica sperimentale al Dipartimento di fisica dell’università di Trento, anticipa alcuni dei temi che verranno trattati: «Uno dei principali problemi che limita l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili è dovuto alla loro intermittenza. Un semplice esempio è dato dall’energia solare che, pur essendo molto abbondante, di notte non è disponibile. Per risolvere questo problema è necessario sviluppare nuovi e più efficienti sistemi di accumulo, che permettano di immagazzinare l’energia non immediatamente usata e di utilizzarla quando serve.  Una strategia  consiste nell’usare energia rinnovabile per trasformare l’anidride carbonica in combustibile. In questo modo, si otterrebbero due importanti risultati. Innanzitutto l’energia solare sarebbe convertita in energia chimica contenuta in un combustibile (solar fuel) facilmente usabile. Altro aspetto importante: l’anidride carbonica potrebbe essere usata come fonte di carbonio nella sintesi di combustibile invece di essere rilasciata in atmosfera. Infatti, la conversione dei gas serra (in particolare anidride carbonica e metano) in combustibili liquidi o in altri composti chimici di particolare interesse è considerata una delle più grandi sfide del ventunesimo secolo. Nella nostra collaborazione scientifica con il Differ e il Nanotec Cnr di Bari (il gruppo di Giorgio Dilecce) usiamo scariche elettriche per dissociare l’anidride carbonica e promuoverne l’idrogenazione. La collaborazione prevede molte attività di ricerca congiunta e alcuni scambi. Ad esempio in questo periodo un nostro dottorando è all’Eindhoven University of Technology e io stesso sarò tra qualche settimana membro di una commissione internazionale di dottorato».

Nell’ambito della collaborazione italo-olandese, van de Sandenè in visita al laboratorio di fisica atomica e molecolare dell’università di Trento che ha colto l’occasione per organizzare una conferenza pubblica sul tema “Plasma non-Equilibrium at work: key to success of Energy technologies?” sulle nuove tecnologie per aumentare l’efficienza energetica. Quello del 10 aprile sarà un “joint colloquio” ovvero un incontro organizzato in modo congiunto dal Dipartimento di Fisica e dal Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica.

[Fonte: greenreport.it]